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Promuovere l’autonomia delle donne locali attraverso la produzione di formaggi italiani presso la stazione agricola di Wadi Al Walah

28/04/2025 | 0 Comments
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Nel cuore di Wadi Al Walah, in Giordania, sedici donne del posto hanno intrapreso un percorso straordinario di emancipazione, imparando l’antica arte della produzione di formaggi italiani. Nel corso di dieci intensi giorni di formazione, queste donne hanno acquisito non solo competenze tecniche preziose, ma anche una rinnovata fiducia in sé stesse e nell’enorme potenziale che possiedono. Quello che hanno vissuto è stato molto più di un semplice programma di formazione: è stato l’inizio di nuove opportunità e possibilità.

Il programma, frutto della collaborazione tra il Ministero dell’Agricoltura giordano e l’Associazione Habibi, ha visto la partecipazione di Fausto, un esperto casaro italiano con decenni di esperienza alle spalle. Con le mani colme di passione per il suo mestiere, Fausto ha guidato le donne in ogni fase del processo, dalla mungitura delle capre alla modellatura del formaggio fresco. Mentre parlava con contagioso entusiasmo della scienza che si cela dietro l’arte casearia, la sua energia si diffondeva tra le partecipanti, accendendo in loro la stessa passione, mentre ascoltavano attente, incuriosite da ogni sua parola.

«Quando vedo le capre, mi sento a casa», ha confidato Fausto, mentre i suoi occhi si illuminavano osservando il gregge. Il suo amore per il mestiere era palpabile, ed era chiaro a tutti che per lui non si trattava semplicemente di un lavoro, ma di una vera e propria vocazione. La sua ammirazione per le capre, per il latte e per l’intero processo di produzione del formaggio era contagiosa, suscitando nelle donne lo stesso senso di meraviglia, in un mondo che, per molte di loro, era tutto da scoprire.

La stazione agricola di Wadi Al Walah, immersa nella quieta bellezza degli ulivi, è un piccolo ma vivace centro di attività. Qui, cinquecento capre producono ogni giorno circa duecento litri di latte fresco, che ora costituisce la base per la nuova linea di produzione di formaggi italiani a cui queste donne stanno dando vita. La stazione, un luogo semplice ma animato, funziona quasi come un piccolo villaggio, con il suo fascino rustico e strutture pratiche concentrate in uno spazio raccolto.

È un posto dove si lavora fianco a fianco, uniti da un senso condiviso di scopo e collaborazione.

All’inizio di ogni giornata, Fausto affiancava le donne, offrendo loro una guida pratica nel processo di mungitura. Il lavoro segue un ritmo particolare: ciascuna donna aiuta nella mungitura utilizzando una pompa collegata alle capre per raccogliere il latte fresco. Insieme, trasportano il latte dai serbatoi al caseificio, a mano oppure utilizzando un camioncino. Durante queste operazioni, Fausto dispensava consigli e condivideva la sua esperienza su ogni aspetto, dalla qualità del latte al controllo dei batteri.

Una volta che il latte veniva trasferito nel pastorizzatore, Fausto proseguiva la sua formazione. La stanza si riempiva della sua voce, mentre spiegava con passione le proprietà del latte, i principi scientifici alla base della produzione del formaggio e l’importanza di mantenere i più alti standard di igiene e sicurezza. Mentre il latte si riscaldava e poi si raffreddava nel pastorizzatore, le donne ascoltavano rapite, desiderose di apprendere ogni dettaglio.

Il profumo del latte e del formaggio in divenire riempiva l’aria, mescolandosi con la luce che inondava la stanza ampia e pulita. L’energia era palpabile. Le donne, pur trovandosi alle prese con attrezzature e tecniche a loro nuove, erano completamente assorbite dal processo. I loro volti risplendevano di orgoglio mentre trasformavano il latte in formaggio, modellandolo con le mani, guidate dall’esperienza di Fausto.

Per molte di queste donne, non si trattava semplicemente di acquisire una competenza tecnica, ma di una vera e propria ancora di salvezza. La capacità di produrre formaggi di alta qualità, utilizzando ingredienti freschi e locali, apriva loro nuove opportunità per avviare piccole attività, conquistare l’indipendenza economica e migliorare la vita delle proprie famiglie. La formazione non riguardava solo il formaggio: si trattava di costruire resilienza, creare nuove fonti di reddito e rafforzare l’economia locale.

«È straordinario vedere con quanta rapidità le donne abbiano fatto proprio il processo», ha detto Fausto, con la voce carica di ammirazione. «Non stanno solo imparando a fare il formaggio: stanno imparando a creare qualcosa di loro, qualcosa di cui possono essere fiere.»

La passione delle donne rispecchiava quella di Fausto e, al termine dei dieci giorni, non erano più semplici allieve. Erano diventate casare, ciascuna capace di mettere in pratica quanto appreso nella propria vita e all’interno della propria comunità. È stata un’esperienza trasformativa, destinata a lasciare un’impronta duratura sulle loro famiglie e sull’intera comunità.

In un bellissimo momento di convivialità, il gruppo si è riunito per un pasto condiviso, preparato da Mohammed, il responsabile della stazione. La tavola era imbandita con piatti tradizionali di Madaba: Sajia (carne con verdure), moutabel, hummus e l’immancabile mansaf. Mentre mangiavano insieme, sembrava che le barriere linguistiche e culturali si dissolvessero. Le donne, Fausto e il team della stazione si scambiavano racconti, risate e sogni per il futuro.

La visita del Ministero dell’Agricoltura e del Turismo ha ulteriormente consolidato il successo del programma. La delegazione, profondamente interessata al progetto, ha visitato le strutture ed espresso il proprio sostegno all’iniziativa. È stato un potente richiamo al fatto che, attraverso la collaborazione, è possibile realizzare cambiamenti trasformativi.

Guardando al futuro, il potenziale di questo progetto è enorme. Con le infrastrutture già operative — grazie agli investimenti dell’Associazione Habibi — Wadi Al Walah è pronta a diventare un centro di produzione casearia locale, capace di rifornire mercati, negozi specializzati e persino ristoranti della regione. Sono previsti piani per l’impiego stagionale e un supporto continuo da parte di esperti italiani, affinché l’iniziativa possa crescere e portare benefici non solo alle donne coinvolte, ma all’intera comunità.

La stazione agricola di Wadi Al Walah è molto più di una semplice fattoria. È un luogo di apprendimento, di crescita e di emancipazione. È qui che le donne non solo imparano a produrre formaggio, ma ricevono gli strumenti per cambiare il proprio futuro, una forma di formaggio alla volta.

Mentre le capre vagano tra i campi, i loro belati si mescolano ai suoni del lavoro e delle risate, ed è evidente che questo progetto non sta solo cambiando la vita delle donne che vi hanno partecipato. Sta creando un effetto a catena di cambiamento, rafforzando l’intera comunità e dimostrando al mondo che, quando le persone collaborano, possono realizzare qualcosa di veramente straordinario.